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L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

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Vettese, Angela 27 occorrenze

L'arte contemporanea tra mercato e nuovi linguaggi

visitando un museo di arte antica nelle sale in cui non c’erano capolavori già noti: si pensi solo che il Louvre di Parigi ha deciso di organizzare

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spirito, che è stata centrale da Aristotele a Sant’Agostino, da San Tommaso a Hegel, risulta dissolta. La strada era già stata aperta, del resto, dal

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metraggio cinematografico già esistente. Uno dei suoi riadattamenti più conosciuti è 24 Hour Psycho (1993), per il quale ha rallentato a tal punto la

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di apportare dei cambiamenti per fare spazio a se stessi e ai propri modelli culturali. Già le avanguardie storiche hanno tentato di abbattere i

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subliminale o emotivo: il «fare» diventa espressione e in questo segue la tendenza verso un «uomo artigiano» (l’espressione già citata è di Sennett) che

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atteggiamento era del resto già stato portato alle estreme conseguenze da Bas Jan Ader che, nel 1975, si avventurò «alla ricerca del miracoloso» (In Search

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dall’azione spontanea della natura. Per la già menzionata 7.000 Querce, presentata nel 1982 alla Documenta 7 di Kassel, Beuys ha seguito unicamente la

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distanza tra opera e osservatore, abolendo il divieto del «non toccare», era già stato uno dei traguardi delle avanguardie storiche. Risale al gennaio 1910

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certo problema [...] ogni soluzione indica che c’è stato un problema al quale erano già state date altre soluzioni e per il quale saranno probabilmente

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rappresentare fedelmente; l’uso di materiali comuni nella scultura, che ha portato dal bronzo al ferro e dal marmo ai materiali di riciclo, già indicati nei

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questo timore ha una ragion d’essere maggiore che in passato, se soltanto si pensa che sono già disponibili animali da compagnia elettronici e gadget

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non solo trascinati da un contesto a un altro. Un titolo era già un modo per arricchire un oggetto, del resto. Nel 1915, ad esempio, l’artista comprò

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predominanza sugli aspetti decorativi. Del resto anche Làszló Moholy-Nagy già nei primi anni Venti sviluppò l’invenzione dei «quadri telefonici»: riduceva il

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energia. E forse è in parte già così: nelle zone depresse delle megalopoli molti bambini si guadagnano il cibo per sopravvivere e la colla con cui

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Sono questi i meccanismi psicologici per i quali Duchamp sembra avere anticipato, già agli inizi del Novecento, la rilevanza che il logo, il marchio

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inizia a farsi strada già nella seconda metà dell’Ottocento, quando Edgar Degas veste la sua Petite danseuse di bronzo (1865-1881) con brandelli veri di

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macchina da scrivere, un metro da sarta e uno da falegname, il meccanismo di un orologio e altri simili bric-à-brac per mostrare quanto l’uomo, già a

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ambiente significava soprattutto adattarlo all’uso e sostanzialmente arredarlo. Ma già nei primi anni Venti si arrivò a opere ambientali che non erano più

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Già al tempo delle avanguardie, Vladimir Tatlin immaginò una torre ricetrasmittente; il futurista Filippo Tommaso Marinetti nel 1933 fantasticò con

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1926, mentre già risiedeva negli Stati Uniti, Duchamp sbarcò dal transatlantico Paris con una ventina di opere dello scultore rumeno, suo buon amico

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però era già stato avanzato nel 1964 dal filosofo Arthur Danto nel saggio The Artworld. In Italia una buona ricognizione su questi temi è stata

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committenti; partecipare a un premio è generalmente un’occasione per emergere, farsi conoscere o consolidare una carriera già avviata, ed è anche un modo per

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, cioè provenienti direttamente dallo studio dell’artista, e non lasciarsi abbindolare da presunti affari legati a lavori già da tempo oggetto di

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contraria alla mercificazione. Si pensi che Bas Jan Ader, artista olandese che fu un ribelle già dagli anni di scuola, secondo il suo compagno di studi Ger

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lungo il suo percorso. Pensiamo alla già citata Spirai Jetty di Robert Smithson, un enorme vortice fatto di sabbia e pietre, che l’artista americano

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tipici del passato. Già in epoca romantica, Caspar David Friedrich si rese conto che nessun pittore del suo tempo sarebbe più stato in grado di

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dell’arte contemporanea è che sia troppo facile da realizzare. A questo ha già risposto Bruno Munari: se qualcuno pensa che sarebbe capace di fare un

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